Abbandonato
il
piazzale
della
batteria
contraerea
a
quota
412,
occorre
percorrere
per
un
centinaio
di
metri
la
strada
asfaltata
in
direzione
monti.
Si
raggiunge
quindi
in
pochi
minuti
una
piccola
cappelletta,
che
troviamo
sulla
destra,
nelle
cui
immediate
vicinanze
riparte
il
sentiero
che
porta
in
vetta
a
Monte
Moro
e
preseguendo
sul
Monte Fasce.
Dopo
alcune
decine
di
metri
guardando
in
vetta,
sono
già
visibili
i
resti
di
quello
che
doveva
essere
il
presidio
più
in
quota
di
tutta
la
batteria.
Si
tratta
del
Posto
Vedetta
Batteria,
che apparteneva alla maglia di difesa aerea del capoluogoligure.
La
struttura,
di
per
sé,
non
presenta
postazioni
di
particolare
rilievo.
Le
due
costruzioni
di
cui
era
composta
sono
entrambe
crollate.
Il
pessimo
stato
di
conservazione
potrebbe
essere
stato
causato
sia
dalla
tipologia
dei
materiali
usati,
sia derivare da un abbattimento volontario dei manufatti.
A
suffragare
la
prima
ipotesi,
difatti,
sarebbe
l’analisi
di
quanto
resta
delle
costruzioni:
erano
quasi
interamente
costruite
in
pietra,
con
alcuni
pilastri
e
travi
in
cemento
scarsamente
rinforzato.
Sul
posto
sono
ancora
visibili
i
ferri
per
l’armatura,
dalle
dimensioni ridottissime.
Particolarità
interessante,
è
che
una
di
queste
due
casette
era
stata
costruita
simulando
le
fattezze
di
una
piccola
chiesetta,
campanile
compreso,
che
appunto
fungeva
da
torretta
di
osservazione.
Durante
alcune
giornate
di
studio
presso
vari
archivi,
è
stato
possibile
ritovare
le
planimetrie
ed
i
disegni
di
questi
posti
di
avvistamento,
progettati
in
alcuni
casi
con
una
certa
gradevolezza
estetica.
Malgrado
il
diverso
compito
cui
era
destinato,
non
è
escluso
che
a
questo
caposaldo
fosse
affidata
la
protezione
sul
fronte
nord
dell’intero
complesso
di
Monte
Moro.
Situata
ancora
più
a
monte,
non
molto
distante,
troviamo
una
trincea.
Ha
piena
visibilità
sulla
strada
e,
nel
qualtempo,
sembra
sbarrare
l’accesso
ad
una
caverna
scavata
nella
montagna
e
lasciata
al
suo
stato
grezzo,
pensata
probabilmente
con
la
duplice
finalità
di
protezione
antiaerea
del
personale
e
-altrettanto
probabilmente-
di
riservetta
protetta.
Quello
che
invece
era
sicuramente
presente,
poche
decine
di
metri
più
a
valle,
è
una
sezione
di
fotoelettriche,
equipaggiata
con
apparato
Galileo
da
150/240
carrellato,
affidata
in
origine
a
personale
del
regio
esercito,
per
la
precisione
a
soldati
del
Genio
Fotoelettricisti.
Ne
parla
il
diario
di
guerra
di
un
ufficiale
in
servizio
nel
capoluogo
ligure
.
Con
queste
premesse,
si
potrebbe
supporre
che,
sempre
nelle
immediate
vicinanze,
trovasse
posto
anche
un
aerofono,
una
colonnina
di
comando e un generatore di corrente.
LEGENDA DELLE IMMAGINI STORICHE:
Un proiettore fotoelettrico per la scoperta aerea notturna, sullo sfondo il Posto Vedetta Batteria (Collez. Progetto Monte Moro)
Posto Vedetta Batteria
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