Lo studio della 200^ batteria si presenta subito come particolarmente interessante, sia per le diverse tipologie di opere presenti, sia per la loro distribuzione su un’area particolarmente estesa. La batteria era composta da tre distinti elementi: piazzole e locali per le artiglierie destinate alla difesa costiera, una direzione di tiro e un deposito munizioni, tutti ricavati sottoterra. A corollario di queste strutture, venne realizzata una molteplice quantità di opere minori destinate alla difesa più o meno ravvicinata del complesso: trincee, garitte, piazzole per artiglierie contraeree leggere, reticolati. Abbiamo già visto che la vecchia strada militare aveva origine in prossimità del Cimitero di Quinto. Dopo poche centinaia di metri lungo il sentiero incontriamo il corpo di guardia della batteria, nelle cui vicinanze ancora si intravede una porzione del reticolato, sorretto da paletti a coda di porco. Abbandonati sul terreno, ampi grovigli di filo spinato emergono dalla vegetazione, insieme ad alcune carcasse di letti a castello, probabilmente dell’epoca. Il sentiero prosegue per poche decine di metri ancora e sbocca in un piccolo pianoro in cui troviamo la prima delle trincee difensive. Si tratta di uno scavo lungo circa venti metri, le cui pareti sono state rinforzate in maniera piuttosto approssimativa, utilizzando delle pietre. Alle estremità della trincea, sono state realizzate due piccole piazzole con un pilastrino centrale destinato a sorreggere un’arma automatica. Si prosegue lungo il sentiero, e dopo poche decine di metri si può intravvedere sulla sinistra un piccolo spiazzo vicino al quale è presente una costruzione in cemento, costruita a filo terreno. Questa era l’area dei casermaggi, delle cucine e dei servizi non strategici. Ritornati sul sentiero, si arriva rapidamente ad una ripida scalinata che porterà direttamente alla batteria, più precisamente alla palazzina comando. Si tratta di una costruzione su due piani, quello superiore adibito ad abitazione mentre quello inferiore è composto da un piccolissimo locale di 2mq e di un ulteriore locale di una decina di mq, non accessibile. Nelle immediate vicinanze, si apre la galleria che conduce direttamente all’interno della struttura della 200^ batteria. Il complesso si sviluppa in profondità all’interno della collina, con una struttura di oltre 300 metri lineari di tracciato. Si tratta, in realtà, di tre blocchi distinti, posizionati a tre quote diverse, interconnessi fra loro e uguali per tipologia costruttiva. Le tre strutture, fanno capo ai tre diversi pezzi di artiglieria, due posizionati in casematte ed uno su piazzola scoperta. Ogni singola piazzola è dotata di una coppia di riservette, posizionate all’interno delle gallerie e nelle immediate vicinanze dei pezzi. Il complesso sotterraneo, dispone di una ulteriore uscita di emergenza, posizionata fra la prima e la seconda casamatta. Separate, invece, altre due strutture sempre sotterranee. La prima è la direzione di tiro, composta da un lungo corridoio, un paio di stanze, un osservatorio raggiungibile attraverso una scalinata e da quanto rimane della postazione telemetrica, oramai limitata ad un pozzo vuoto in cemento armato. La seconda è il deposito cariche, composto da due corridoi che collegano uno stanzone sotterraneo di quaranta metri quadrati con l’esterno. Una paratia, separa il deposito da un ulteriore vano, adibito a cisterna dell’acqua. A poca distanza, ma sul fianco della collina, la costruzione adibita a deposito proietti e la stalla per il ricovero degli animali da soma. La prima linea di difesa approntata a perimetro della batteria, era un fitto reticolato di filo spinato, le cui tracce sono ancora evidenti sia sul fronte ovest della collina sia su buona parte del fronte a mare, orientativamente fra i 50 e i 100 metri di distanza dal centro del caposaldo. Di questa barriera, resta ancora una evidente traccia, destinata altresì a scomparire rapidamente nella vegetazione in crescita. Subito a ridosso, sono visibili le prime trincee, una serie di piazzole rotonde per difesa ravvicinata e alcune garitte, sul limite est e nord. Arretrate rispetto alla cintura più esterna, diverse altre trincee proteggono la struttura della direzione di tiro, mentre ulteriori tre piazzole – di maggiori dimensione rispetto alle precedenti - ospitavano due mitragliere scotti da 20mm per la difesa contraerea ravvicinata. Particolare attenzione era data alle vasche di accumulo acqua. Nella batteria ne possiamo trovare almeno tre. La prima è ubicata al piano sottostante della palazzina comando, e veniva alimentata principalmente dall’acqua piovana raccolta dal tetto della costruzione. Un altra è costruita esternamente - in cemento armato- e riporta ancora lle indicazioni con la capienza, pari a sedici metri cubi. Una serie di tubazione la collegava alle altre. La terza infine, era ubicata come già visto nella polveriera, probabilmente alimentata da qualche fonte sotterranea o dallo stillicidio delle pareti della montagna. Data la mancanza di una strada carrabile e la distanza con l’abitato di Quinto, vale la pena di ricordare che la batteria era raggiungibile attraverso una mulattiera, il collegamento a valle e l’approvvigionamento dei materiali era garantito da una teleferica che aveva origine nelle vicinanze del cimitero. I basamenti dei piloni e del motore sono ancora visibili immersi nella vegetazione. Copyright Progetto Monte Moro 2023 - vietata la copia non autorizzata
pianta della 200^ batteria una delle piazzole per artiglieria contraerea leggera
200^ Batteria Costiera R.E.